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357% in più di disturbi dell'apprendimento: perché carta e penna possono salvare una generazione

Una generazione in cerca della propria strada: mentre la tecnologia promette connessioni infinite, i giovani riscoprono il valore delle relazioni autentiche e della riflessione condivisa.
357% in più di disturbi dell'apprendimento: perché carta e penna possono salvare una generazione
Una generazione intera riscopre che il futuro potrebbe richiedere un passo indietro: verso carta, penna e il potere dimenticato del pensiero analogico

L'Osservatorio della Fondazione Einaudi documenta una crisi cognitiva senza precedenti tra i giovani italiani. La soluzione potrebbe essere più semplice di quanto pensiamo. Ed è analogica.


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Ci sono numeri che fanno rumore anche nel silenzio. L'aumento del 357% dei disturbi dell'apprendimento negli ultimi dieci anni tra gli studenti italiani è uno di questi. Non è una statistica da convegno accademico: è un grido d'allarme che arriva dai banchi di scuola, dalle aule universitarie, dalle scrivanie dove una generazione intera sta perdendo capacità cognitive fondamentali.

A documentare questa crisi è l'Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi, diretto dal giornalista Andrea Cangini. I dati sono inequivocabili: i casi di disgrafia sono aumentati del 163%.

Alcune facoltà essenziali, come la memoria, lo spirito critico e soprattutto la capacità di concentrazione sono sempre meno nella disponibilità delle nuove generazioni.

Progressiva atrofia del cervello

Per comprendere la portata del problema, dobbiamo entrare nel meccanismo neurobiologico della scrittura. I grafologi e i neurologi consultati dall'Osservatorio hanno identificato una differenza drammatica: scrivere a mano in corsivo sollecita 12 aree cerebrali, scrivere su tastiera solo 2.

Non è una differenza di dettaglio. È come confrontare una sinfonia orchestrale con un fischiettio: cambia tutto il coinvolgimento cerebrale.

Scrivere a mano sollecita l'emisfero sinistro del cervello che è quello che sovrintende al pensiero logico lineare", spiega Cangini. "Se non si scrive a mano si sviluppa, perché iper-sollecitata, la parte destra, quella emotiva, che è importante ma solo se bilanciata da quella razionale. Se la parte razionale si indebolisce siamo ostaggio delle nostre emozioni e non abbiamo la forza intellettuale di governarle.

Il risultato? Una generazione che fatica a concentrarsi, a memorizzare, a sviluppare spirito critico. Giovani brillanti nell'uso degli smartphone, ma incapaci di sostenere un ragionamento complesso o di organizzare il pensiero in modo lineare.

L'Esperimento di West Point: quando l'analogico batte il digitale

Se i dati italiani impressionano, l'esperimento condotto all'Accademia militare di West Point negli Stati Uniti li conferma su scala globale. Due sezioni dello stesso corso sono state separate: una ha utilizzato esclusivamente carta e penna, l'altra strumenti digitali per tutto il percorso formativo.

I risultati? La classe analogica ha ottenuto risultati superiori del 20-30% rispetto a quella digitale.

Non si tratta di nostalgia o di resistenza al progresso. È neurologia applicata: il cervello umano apprende, memorizza e elabora meglio quando coinvolgiamo la fisicità della scrittura, il gesto della mano che traccia segni su carta.

La rivoluzione silenziosa: Svezia e Stati Uniti tornano alla carta

Mentre l'Italia dibatte ancora, altri Paesi hanno già invertito la rotta. La ministra dell'istruzione svedese Lotta Edholm, insediatasi due anni e mezzo fa, "ha smantellato tutto quello che era stato fatto prima in termini di uso del digitale: in Svezia era stato introdotto anche nelle scuole materne. Lei ha buttato i tablet e reintrodotto la carta."

Negli Stati Uniti, otto stati hanno reintrodotto nei programmi scolastici la scrittura a mano in corsivo. Per loro è una rivoluzione, considerando che avevano quasi completamente abbandonato questa pratica per abbracciare il digitale.

La Francia sta sperimentando la "pausa digitale" in oltre 50.000 alunni, mentre i Paesi Bassi vedono sempre più scuole diventare "smartphone-free".

Cosa succede quando non scriviamo più a mano

La perdita della scrittura manuale non è solo un problema tecnico. È una questione identitaria.

"Scrivere a mano fortifica la propria identità: non è un caso che i bambini quando imparano a scrivere la prima cosa che fanno è esercitarsi sulla propria firma", osserva Cangini.

I grafologi che visitano le scuole riportano che "i ragazzi ormai hanno difficoltà anche ad impugnare una penna come si dovrebbe."

È come se stessimo perdendo un senso.

La differenza tra corsivo e stampatello

Anche qui la ricerca è chiara: il corsivo non è solo più bello dello stampatello, è più efficace per lo sviluppo cognitivo. La scrittura corsiva richiede movimenti fluidi e continui che attivano connessioni neurali specifiche, diverse da quelle stimolate dai movimenti frammentati dello stampatello.

"Questa è una grande battaglia che combattono anche gli americani", conferma Cangini, riferendosi alla reintroduzione del corsivo in otto stati USA.

La lettura su carta: un altro mondo cognitivo

Il problema non si limita alla scrittura. Anche la lettura su carta attiva processi cognitivi diversi e più profondi rispetto alla lettura su schermo.

"Quando si legge su carta si fa più attenzione e si ricorda meglio quello che si apprende", spiega l'Osservatorio. Gli schermi frammentano l'attenzione, la carta la concentra. Il libro fisico crea una mappa mentale spaziale che aiuta la memorizzazione, lo schermo crea un flusso indistinto di informazioni.

Come riconquistare le nostre capacità cognitive

La buona notizia è che non è troppo tardi. Il cervello mantiene una plasticità incredibile, e riprendere a scrivere a mano può riattivare quelle 12 aree cerebrali che la tastiera aveva messo a riposo.

Iniziare Gradualmente

  • 5 minuti al giorno di scrittura a mano
  • Tenere un diario cartaceo accanto al letto
  • Prendere appunti a mano durante le riunioni
  • Scrivere liste della spesa su carta

Scegliere gli Strumenti Giusti

  • Penna stilografica o gel per una maggiore fluidità
  • Quaderno con carta di qualità che invita alla scrittura
  • Matita per disegni e schizzi
  • Agenda cartacea per la pianificazione

Recuperare ritualità analogiche

  • Leggere libri fisici prima di dormire
  • Scrivere lettere a mano (anche solo a sé stessi)
  • Tenere un blocco notes sempre con sé
  • Praticare calligrafia come forma di meditazione

Il futuro appartiene a chi saprà navigare entrambi i mondi: la velocità del digitale e la profondità dell'analogico.

Una questione di civiltà

I dati dell'Osservatorio non descrivono solo un problema pedagogico. Descrivono una crisi di civiltà.

I giovani, e cioè le classi dirigenti del domani, stanno riducendo progressivamente le loro capacità mentali: è un dato molto preoccupante che non può essere ignorato dalla politica

Se perdiamo la capacità di pensare in modo logico e lineare, se non riusciamo più a concentrarci, se diventiamo ostaggio delle emozioni senza la forza intellettuale per governarle, che tipo di società stiamo costruendo?

La risposta potrebbe iniziare con un gesto semplice: prendere una penna e cominciare a scrivere. Su carta. A mano. In corsivo.

Non è nostalgia. È neurologia.

Cosa ne pensate di questi dati? Ritenete che la via analogica sia un modo per contribuire ad un futuro più equilibrato? Oppure no? Scrivetecelo nei commenti e discutiamone apertamente.